LA STRUTTURA FISICA DEL TERRITORIO

 

Cenni sui caratteri ambientali a-biotici

 

Sono distinguibili i seguenti ambiti geomorfologici:

-Ambito dei monti Iblei interni, in minima parte compreso nel territorio provinciale di Ragusa

-Ambito dell’altopiano ibleo, caratterizzato dalle profonde incisioni fluviali delle “cave” iblee

-Ambito pedecollinare conformato dai terrazzamenti marini; ambito del bassopiano di Vittoria e Comiso

-Ambito costiero, caratterizzato dall’alternanza di falesie sabbioso-calcarenitiche e da spiagge bordate da cordoni dunali, con estensioni verso l’entroterra pianure alluvionali ed a morfologie variabili di natura marnoso-argillosa

La caratterizzazione principale dell’ambito territoriale provinciale è data dal vasto complesso di natura calcarenitica noto come Tavolato Ibleo (alternanza calcarenitico-marnosa e calcareo-marnosa della F.ne Ragusa). Ad esso ed all’azione modificatrice dei vari agenti atmosferici come all’erosione ed alla modellazione dei suoli dovuta alle acque dobbiamo quel paesaggio, a fortissima connotazione geomorfologica, che alterna a pianori ondulati repentine valli fluviali incassate di dimensioni anche ragguardevoli (valle del fiume Irminio con salti morfologici superiori ai 200 mt.) tradizionalmente denominate “cave”.

Il tavolato ibleo si distende dalle pendici delle formazioni vulcanitiche degli Iblei interni (vetta massima Monte Lauro, provincia di Siracusa), digradando verso meridione in direzione del Mare Mediterraneo.

Un sistema di faglie dirette e subverticali delimita l’alto strutturale dell’altopiano a ovest (allineamento Comiso-Chiaramonte) e a sud-est (allineamento Pozzallo-Ispica-Rosolini). Il versante ovest dell’altopiano, in corrispondenza del passaggio dalla zona rilevata alla sottostante zona pianeggiante, scende accompagnato dal digradare di conoidi dovuti all’azione di brevi corsi d’acqua.

Un sistema minore di faglie determina particolarmente la vasta incisione centrale, con andamento nord-est sud-ovest, che dà luogo alle “cave” della valle dell’Irminio e del torrente di Modica; lungo questo sistema si sviluppano strutture che, particolarmente in corrispondenza di Ragusa, producono l’affioramento del sottostante bacino petrolifero.

Le incisioni delle “cave” consentono lungo le loro pareti la lettura delle alternanze calcareo-marnose e di banchi calcarenitici, che fanno da livelli basali alla formazione del tavolato; questi ultimi contengono concentrazioni bituminose ed asfaltifere in passato coltivate in miniera.

La diversa durezza e l’andamento delle faglie minori danno luogo a versanti caratterizzati da salti repentini o dal caratteristico profilo degli accumuli detritici ai piedi delle scarpate; lungo il corso dei fiumi si passa da morfologie vallive più pronunciate con profilo a V, a profili più distesi fino all’aprirsi verso la zona costiera in corrispondenza dei bordi di terrazzo marino che segnano la articolazione pedecollinare del tavolato.

Verso meridione il complesso calcarenitico presenta una morfologia lievemente digradante che in alcuni tratti (Marina di Ragusa, Cava D’Aliga e Pozzallo) si affaccia al mare con basse scogliere; dove il bordo è caratterizzato da terrazzi di probabile origine marina (margine sud-occidentale) si hanno salti di quota che affacciano verso le zone pianeggianti della costa (ad esempio zone di Donnafugata-Serramezzana e zona Sampieri-Trippatore).

L’ambito costiero assume diverse morfologie in rapporto all’alternanza tra le varie litologie presenti. Si hanno tre principali sottoarticolazioni:

-Le pianure costiere, generalmente di natura alluvionale consistente di depositi quaternari incoerenti e semicoerenti, bordate verso l’entroterra dalla struttura dei terrazzi marini, sedi di depositi di facies costiera o modellati sulla struttura del tavolato

-Gli affacci del tavolato, di natura calcarenitica mista a formazioni sabbioso-calcarenitiche, che danno luogo a basse falesie

-Le spiagge ed i cordoni dunali, costituiti da depositi eolici di natura sabbiosa

Queste ultime hanno manifestazioni di maggiore portata nei cosiddetti “macconi”, dune fossili presenti nelle zone di S. Maria del Focallo e Macconi di Vittoria-Scoglitti, oggetto di impianti boschivi di consolidamento della bonifica storica, che rinaturalizzatisi hanno spesso sviluppato specifici habitat.

Le marne grigio-azzurre e le marne calcaree della F.ne Tellaro conformano l’ambito tra Pozzallo ed Ispica, parte del più vasto complesso che caratterizza l’estremità sud-est della Sicilia: esse danno luogo a morfologie miste, collinari e sub-pianeggianti, con permeabilità molto ridotta, che accolgono vasti ambienti di zona umida.

E’ delimitato a nord-ovest da una delle due faglie di bordo dell’altopiano ibleo (affaccio del centro storico di Ispica, sull’imbocco della omonima “cava”).

Altra rilevante caratterizzazione riguarda la parte ovest del territorio provinciale; essa corrisponde alla vasta zona sub-pianeggiante e collinare (sabbie gialle con lenti ghiaiose, sabbie fini con livelli arenacei) tra Comiso, Vittoria ed Acate, delimitata a nord-ovest dalla valle del fiume Acate-Dirillo (che viene vista come parte di quella più vasta formazione collinare che si estende nel suo versante settentrionale fino a Caltagirone).

Questa zona è delimitata a nord nord-est dai rilievi di Chiaramonte; a sud-est e a nord-ovest da due valli fluviali con diversa caratterizzazione morfologica rispetto alle descritte “cave”.

La valle del fiume Ippari nel tratto compreso tra Comiso e Vittoria ha andamento meandriforme, incassato nei sedimenti calcarenitici quaternari; a valle dell’abitato di Vittoria si presenta con fondo piatto di ampiezza gradualmente crescente e versanti ripidi di natura litoide.

La valle del fiume Acate-Dirillo presenta versanti vallivi ripidi nella zona sommitale, in coincidenza con i litotipi a più elevata consistenza geomeccanica (calcareniti e sabbie), e più dolci nella parte basale, caratterizzata da terreni argilloso-sabbiosi.

 

 

Cenni sui caratteri ambientali biotici

 

La struttura vegetazionale del territorio fa riferimento a diverse fasce caratterizzate diversamente per suoli e presenza delle acque; le potenzialità legate a questa struttura ambientale di base sono articolate dall’azione dell’uomo, dalla selezione e modificazione che questo opera particolarmente attraverso l’uso agricolo del patrimonio naturale di un’area.

L’orizzonte climax per la vegetazione della fascia interessata è l’Oleo-Ceratonion, principalmente composto da Olea oleaster (olivastro), Ceratonia siliqua (carrubo), Artemisia arborescens (assenzio arboreo) e Chamaerops humilis (palma nana).

Declinazioni di questo si trovano negli scoscesi versanti delle cave iblee, condizionati dagli aspetti climatici e dall’esposizione (formazioni termo-xerofile di gariga, prateria e delle rupi). Presenze di rilievo appaiono molto circoscritte: le aree boscate sono infatti a prevalenza di impianti artificiali (Pinus sp. Pl., Cupressus sp. Pl., Eucaliptus sp. Pl.), arbusteti e praterie arbustate (Pruno-Rubion Ulmifolii), Bosco di Pinus Halepensis nella omonima Riserva (Comune di Vittoria).

Lungo la fascia più propriamente costiera sussistono lembi relitti di formazioni dunali e della macchia relativa (Ammophietalia, Malcomietalia); esse si alternano a steppe su formazioni calcarenitiche che si affacciano con le caratteristiche basse scogliere al mare (formazioni proprie delle coste rocciose, Crithmo-Limonietalia), vegetate dalla gariga mediterranea, composta di cespugli xerofili e palma nana (contrada Corvo-Costa di Carro).

Altrettanto caratteristiche le formazioni di vegetazione di macchia umida su suoli idromorfi dei pantani, presenti in ambiti più estesi (pantani Gariffi, Longarini e Bruno della zona di Ispica) o in lacerti di stagni retrodunali (formazioni lacustri e palustri a Potamogetonetalia, Phragmitetalia, Magnocaricetalia), fortemente minacciati dall’insediamento antropico e dall’alterazione del regime idrico dovuto alle opere di scolo degli ambiti colturali irrigui.

Questi fanno parte complessivamente di un più vasto areale che interessa l’intera Sicilia sud-orientale, con esempi di rilievo e valore anche faunistico nella zona della Riserva di Vendicari (Noto) e del Biviere di Gela, entrambi segnalati come siti SIC.

 

La vegetazione presente è frutto di una azione di selezione storica: per estensioni ancora notevoli questa si mostra come paesaggio delle colture miste, seminativo-arboree, che è l’aspetto più consolidato e legato alla storia economico-sociale della provincia.

Si può sintetizzare il carattere agro-vegetazionale della zona come legata per gli ambiti dell’altopiano prevalentemente ai seminativi asciutti, al seminativo arborato ed alle colture arboree.

Nonostante inserti difformi, questo aspetto è generalmente diffuso e riscontrabile in tutta la zona.

Colture arboree e impianti ortofrutticoli caratterizzano in un mosaico cangiante sia la zona di Ispica e Pozzallo che la pianura e le zone collinari tra Vittoria, Comiso ed Acate.

Diffusa soprattutto sui suoli sabbiosi, generalmente in aree prossime alla costa, è la coltura in serra, vero motore economico dell’agricoltura iblea. Questa si presenta in ambiti monofunzionali-produttivi o spesso mista a forme sparse di insediamento (contrada Marza, Ispica; pianura tra contrada Arizza-Donnalucata, Scicli; in forma pressoché compatta lungo la costa e per un consistente entroterra tra Casuzze-Punta Secca, S. Croce e Marina di Acate, Acate).

Al carattere frammentato e diffuso dell’insediamento extra-urbano, con alcuni nuclei che tendono al consolidamento, per addizione e non per maturazione funzionale e strutturale, corrisponde anche l’intrusione di specie esotiche e di infestanti che in alcuni casi stanno contaminando alcuni ambiti caratteristici.

La salvaguardia e il controllo degli usi antropici nelle aree di Riserva ha favorito la ripresa di associazioni tipiche di specie vegetali, animali e ambienti specifici. Questi si concentrano per massima parte nella parte costiera del territorio o in relazione ai fiumi, canali di connessione preferenziale tra gli habitat litoranei e quelli dell’immediato entroterra o collinari.

Le zone di foce e a vocazione umida costituiscono in particolare singolari punti di incontro tra pregiati habitat, fluviali e di litorale, e occupano un posto di rilievo tra gli habitat protetti contenuti negli elenchi dei beni naturalistici della Regione.