ITINERARIO PRINCIPALE

 

 

L’itinerario collega siti significativi per tutti i periodi oppure di grandissimo interesse culturale e turistico anche se riferibili solo ad alcuni periodi storici; inoltre comprende siti dei tre comprensori con particolare riferimento a quello montano. Esso ha Ragusa (m.502/580 ab. circa 70000) come punto di partenza. Città capoluogo, costituisce la chiave di volta per la lettura del territorio.

Con la costruzione delle due città di Ragusa Antica e Ragusa Nuova, dopo il terremoto del 1693 condivise gli opposti destini delle altre città della Contea.

Ragusa Antica, l’attuale Ragusa Ibla condivise con Modica, Comiso, Monterosso e parzialmente con Scicli la decisione di rimanere nell’antico sito.

Ragusa Nuova, l’attuale Ragusa centro, come Ispica e Giarratana,fu fondata su un nuovo sito sulla vicina collina del Patro.

La città conserva sopravvivenze monumentali e artistiche di rilievo dei periodi antecedenti il terremoto (Itinerari specifici 1A,1B, 1C,2A,2B) anche se in minor misura di Modica e Scicli.

In compenso vanta con il Duomo di San Giorgio, il capolavoro del Gagliardi, uno dei massimi vertici dell’architettura tardo barocca in Sicilia, e uno dei capolavori della pittura del Seicento con il Trittico del Novelli nella chiesa di Sant’Agata presso il convento dei Cappuccini vecchi (It.2C).

A Ragusa sono stati operati i più significativi interventi di urbanistica e di architettura contemporanea dell’isola. Ospita il museo archeologico Ibleo ( It. 2D,2E,3 ).

Abbiamo voluto includere nell’itinerario principale anche il Castello di Donnafugata, perché rappresenta il più monumentale esempio di architettura rurale della provincia. Inoltre il castello è raggiungibile con una breve diramazione, lungo il percorso per Camarina.

Si lascia Ragusa in direzione Comiso e in contrada Castiglione si imbocca la strada Tresauro Piombo che conduce a Camarina e a circa dieci chilometri si raggiunge il Castello. Si prosegue per Camarina, il più importante sito archeologico greco della provincia.

La colonia siracusana ellenizzò il territorio da Ragusa al mare, che mantenne il nome di plaga Camarinense fino all’Ottocento. Il museo vanta una delle più importanti raccolte di anfore del Mediterraneo ( It.,1B,3 ).Da Camarina, per la strada provinciale da Santa Croce Camerina, si raggiunge Comiso ( m. 209 ab. Circa 30.000 ) che abbiamo incluso nell’itinerario perché l’unica città del comprensorio della pianura, è però fortemente legato al

comprensorio della Piana, essendo situata sul versante destro dei monti Iblei, ma anche per le notevoli emergenze archeologiche (It.1A,1B,1C ), per l’importante emergenza tardo gotica –rinascimentale di San Francesco con annessa la Cappella Naselli (it. 2B), per le scenografiche costruzioni barocche (It. 2C ),neoclassiche: teatro comunale, (It. 2D ) e moderne e contemporanee ( 2E ). Da Comiso, attraverso la strada che porta alla Torre di Canicarao : castello dei Trigona ricostruito nel 700 dal Gagliardi ( It. 2C ) e alle miniere di selce di Monte Tabuto (It. 1A ) si raggiunge Chiaramonte Gulfi ( m.668 ab. circa 10.000 ) posta a 668 m. sui pendici dei Monti Iblei, attraversando la fertile pianura di Boscopiano, che ne costituisce il ricco territorio, anticamente assai più vasto, che si estende fino alle porte di Comiso e Vittoria. Da qui la differenza con gli altri comuni montani per popolazione e ricchezza economica. Da Chiaramonte ci si dirige verso Ragusa e lasciando sulla sinistra a circa Km 2 il santuario della Madonna delle Grazie circondato dalla vasta pineta che ricopre le pendici del monte Arcibessi, si prende la strada per Giarratana e al bivio ci si dirige a Monterosso Almo dove si giunge da S.E. . E’ il comune più alto della provincia m. 691 in forte declino demografico, ab.circa 3.500 ( 4765 ) . E’ anche il paese più a Nord della provincia di Ragusa. Già esistente in periodo Normanno con il nome di Jahalmo fu incastellato da Enrico Rosso conte di Aidone.

Distrutto in gran parte dal terremoto del 1693, fu ricostruito nello

stesso sito.

L’architettura monumentale più importante è la chiesa di San Giovanni Battista ( It.Barocco 2C), che prospetta su una bella piazza su cui si affaccia la chiesa di Sant’Anna con annesso convento oggi Municipio.Nella parte bassa dell’abitato insistono la Chiesa di San Antonio Abate e la chiesa Madre ( It. 2A e 2C). Si ritorna indietro uscendo dall’abitato in direzione Sud-Est e si giunge a Giarratana (m. 520 abitanti circa 3500) (4036). Fu ricostruita dopo il terremoto del 1693 nel nuovo sito meno ripido del precedente a circa Km 4 di dista nza. Fece parte della Contea di Modica fino al 1454 quando fu venduta alla famiglia Settimo. Presenta emergenze architettoniche barocche (It. barocco 2C) e gli interessanti ruderi dell’insediamento pre terremoto di Terravecchia (It. 2B).

Uscendo da Giarratana verso Est in direzione di Palazzolo Acreide nei pressi del Monte Erbesso a circa Km 8 dal paese si possono visitare sul Monte Casale i ruderi dell’antica Casmene (It. 1B).

Si ritorna sulla strada per Giarratana imboccando il bivio per Modica e nei pressi della frazione San Giacomo si può visitare la

Fattoria Musso (vedi il paesaggio rurale) e più avanti la TorreTrigona presso la frazione di Frigintini (It.2C). Si giunge a Modica m. 296 abitanti circa 50000 posta come una melagrana spaccata in un crocevia di cave e speroni calcarei in posizione baricentrica rispetto al territorio dell’attuale provincia.

Fu sede della Contea dei Normanni dei Chiaramonte e dei Cabrera fino al 1702.

Notevoli le sopravvivenze medioevali anteriori al terremoto (It.2B).

Fu ricostruita dopo il terremoto sullo stesso sito, cosa che le precluse un più produttivo rapporto con il territorio, ma con uno stupefacente rinnovamento barocco della città mediante lo scenografico insediamento di numerosi e splenditi monumenti e spettacolari scalinate (It.2C).

Modica rappresenta anche una importante tappa dell’itinerario neoclassico con il Teatro Garibaldi, con altre chiese e palazzi e numerose ville sparse nel territorio (It. 2D).

Uscendo da Modica per Ispica a circa Km 5 si imbocca, alla Bettola del Capitano, la diramazione per Cava d’Ispica dove si perviene a circa Km 6 all’imbocco della Cava. La cava è stata incisa profondamente dal torrente Pernamazzoni, che presso Ispica diventa Busaitone.

Essa si sviluppa per circa Km 13 fra fantastici scenari naturalistici ed è ricca di insediamenti di santuari rupestri che testimoniano la presenza umana dal neolitico agli inizi di questo secolo. Ha costituito fin dal 700 una delle maggiori attrazioni turistiche della Sicilia (1A-1C-2A-2B).

Dopo il terremoto, il paese fu ricostruito nel nuovo sito sull’altopiano col nome di Spaccaforno, oggi Ispica (m.170 e circa 15000 abitanti). La ridente cittadina vanta il più completo monumento barocco, con la Basilica di S.Maria Maggiore riccamente affrescata da Olivio Sozzi e Vito D’Anna (2C-2D) e vanta uno dei capolavori dello stile Liberty con il palazzo Bruno Di Belmonte, oggi Municipio (It. 2E) opera di Ernesto Basile (It. 2E).

Si lascia Ispica in direzione di Pozzallo ( m.20 abitanti circa 18.000) dove si può ammirare la torre tardo gotica It.2A – 2B, e per via litoranea si giunge a Scicli m 106 ( abitanti 25.000).

Il paese, il cui nucleo originale è da collocare sui fianchi del colle San Matteo la rappresentato uno straordinario baluardo a difesa della via di penetrazione lungo il fiume e punto di controllo dei fertili territori della fiumara e dell’altopiano interno, fu sergenteria della contea di Modica; ma man mano che perdeva importanza la sua funzione militare a favore delle attività produttive legate all’agricoltura e alla pastorizia già nel tardo medioevo inizia un lento e graduale scivolamento verso la pianura sottostante.

La tendenza si accentua dopo il terremoto del 1693; ma alcuni quartieri rupestri come quello di Chiafura, sopravvivono fino agli anni ‘50 (It.1A). E’ ricca di emergenze monumentali barocche e neoclassiche (It. 2C-2D) Il Castello dei Tre Cantoni costituisce uno spettacolare balcone da cui si domina tutta la costa da Pozzallo a Camarina; è necessario renderlo accessibile e fruibile al fine di valorizzare uno dei più bei panorami della Sicilia e uno snodo essenziale della storia della contea.