PERCORSO n. 201

 

CAVA D'ISPICA - LARDERIA - PARCO FORZA

TEMPO DI PERCORRENZA: 6 h 30'

DISLIVELLO: 150 m. ca.

LIVELLO DI DIFFICOLTA': ESCURSIONISTI

Lunga circa 13 km, la CA V A è una profonda frattura di origine tettonica con pareti a strapiombo (quasi per l'intero percorso). Al visitatore essa appare improvvisa nell'orizzonte dell'ondulato altopiano calcareo e si presenta con scorci e panorami di estrema suggestione. Varie le fratture, tal une trasversali, altre quasi parallele, contornano la cava principale e testimoniano la travagliata storia sismica dell' avampaese Ibleo. Il fondo stesso della valle è una faglia di sprofondamento. Numerosissime piccole faglie sono visibili lungo le frastagliate pareti sovrastanti. Il corso d'acqua, che nel passato rendeva fertile e ricca di coltivazioni il fondovalle, ai giorni nostri mostra un regime torrentizio ed è completamente asciutto per buona parte dell'anno. A questo hanno contribuito i numerosi prelievi di acqua fatti lungo il suo corso. Abitata fin dalla preistoria (neolitico), la cava, per Ia sua particolare conformazione, si prestava agli abitatori come un ottimo rifugio dalle intemperie e dai nemici. I primi insediamenti e le necropoli che costellano le pareti calcaree risalgono a prima del 2000 A.C. La cava è stata, nei secoli, sempre abitata ed intensamente coltivata, sia nell'epoca bizantina, che nel periodo medioevale ed ha continuato ad esserlo fino alla metà del secolo scorso.I maggiori insediamenti abitati con chiese rupestri e necropoli di varie età sono situati nella parte Nord (La Chiesa di Santa Maria, U Campusantu, i Rutti Caruti, i Rutti Giardina, la Spiezeria). La parte centrale è la meno conosciuta, anche perché di difficile accesso. Presenta numerosi ed interessanti gruppi di tombe del periodo siculo, complessi rupestri quali il Castello, la Capreria, il Convento. Verso sud incontreremo la grotta di Sant'Ilarione e le grotte di Lindana per arrivare alla Chiesa bizantina di Santa Maria Della Cava.L'AMBIENTE.-Il particolare microclima della stretta e ben riparata valle favorisce sempre un anticipo di primavera. È possibile vedere già nei mesi più freddi (fine gennaio e febbraio) una magnifica fioritura dell' ErIca che, insieme all' Euforbia Arborea, ricopre le pareti della cava. Numerose le specie di vegetali che popolano la cava; oltre alle già citate Erica ed Euforbia troviamo il Lentlsco, l'Alaterno, il Terebinto, la Palma Nana, l'Edera (che mostra uno sviluppo talora impressionante sviluppandosi su tronchi e pareti di roccia), la Ruta, il Ti mo, la Salvia, lo Smillace (rampicante spinoso dalle bacche rosse). Lungo il corso del torrente troviamo gli Oleandri.LE SPECIE ARBOREE .-I residui delle antiche coltivaz.-ioni della cava: Palme, Carrubi, Olivi e Agrumi ormai inselvatichiti, vivono insieme ai numerosi Lecci che con i loro frutti nutrono la numerosa fauna.LA FAUNA.-E composta da Colombi e Tortore che nidificano tra i numerosi anfratti delle pareti. E' frequente vedere volteggiare alcune specie di rapaci alla ricerca di prede. Numerose le Volpi a giudicare delle tracce. Il silenzio della valle (che avvolge il visitatore lungo il suo cammino) è sovente rotto dal battito delle ali delle Quaglie Svernanti che si levano in volo dalla fitta vegetazione.COME ARRIVARCI.-Percorrendo la statale 115 nel tratto Modica - Ispica al quadrivio Bettola del Capitano si gira a sinistra e si continua per la strada provinciale per Km 5,4. Superato il ponte che supera la cava si lasciano le auto in un parcheggio a sinistra.IL PERCORSO.-Superato il ponte si gira sulla sinistra e si scende per una stradella che ci porta sul letto del torrente. Da qui si ha una visione panoramica dei complessi rupestri. Sul costone roccioso a sinistra "u Cuozzu” si trovano: la Chiesa di Santa Maria, u Campusantu, i Rutti Caruti, i Rutti Giardina in basso l'ipogeo della Larderia. Questa zona è recintata e non è possibile la visita di domenica e nei giorni festivi. Ci spostiamo sulla destra per risalire il poggio roccioso "u Salnitro".Un sentiero accanto ad un orribile garage ci porta per delle scale a "La Spezieria". Questa è una chiesa rupestre. Ritorniamo sul greto e percorso un breve tratto risaliamo sul lato sinistro per continuare il percorso a media costa. Superata un'ampia curva troviamo un complesso delle Grotte Giardina.Si ridiscende sul greto e si imbocca un sentiero che ci porta a un caseggiato (qui è possibile pernottare rivolgendosi al gruppo A.G.E.S.C.I. di Modica). Da questo punto la cava si biforca a sinistra proseguendo per Ispica. Il sentiero si snoda tra alte pareti rocciose e ci porta in un punto in cui sono visibili, sulla parete di sinistra, una serie di tombe sovrapposte. A destra si apre una profonda cava “ u lavinaru” di difficile accesso per la fitta vegetazione, anche se interessante per la numerosa presenza di tombe a forno. Più avanti, su uno sperono roccioso, si trova il Castello Sicano (ù castieddu Ispica), complesso abitativo di notevole dimensioni (circa 1500 mq). Situato su quattro piani scavati nella roccia e comunicanti tramite dei cammini e lunghi corridoi. Di epoca sicana, è stato abitato fino al 1960. Si può accedere a uno di questi, per una mulattiera a gradini che dalla valle sale all'altopiano. Lasciamo questa per una stretta scala scavata nella roccia superata una cisterna si arriva al secondo piano. Si torna a fondo valle; dopo un breve tratto finisce la carrata e proseguiamo per dei "tratturi" che ci portano alle grotte della Capreria. Questo è un complesso rupestre abitativo, con grotte disposte su più piani, in parte crollato e di difficile accesso. Sulla destra una mulattiera sale e ci porta in alto in contrada scale piane. Proseguendo, più avanti, si incontra il complesso rupestre del Convento. Grandiosa costruzione del periodo paleocristiano, in parte crollato in seguito ai terremoto del 1693. Presenta vari ambienti intercomunicanti; nel medioevo fu abitato da una comunità di religiosi che ne ampliò i precedenti ambienti di epoca sicana. Il percorso prosegue a fondo valle attraversando agrumeti abbandonati e a tratti boschetti di lecci. Più avanti, sul bordo del sentiero, si potrà scorgere la traccia di una antica canalizzazione che diventa sempre più imponente e ci porta ai ruderi dei vecchio mulino Pimpante. Sulla sinistra, risalendo per una scalinata la cavetta, si può arrivare sull'altopiano, dove in primavera e facile vedere la fioritura di orchidee selvatiche. Bellissimo da qui il panorama sulla Cava. Si ritorna sul greto, a sinistra una serie di grotte franate, a destra una grande frattura nel cui interno sono state scavate numerose grotte collegate tra di loro con scale interne: le Grotte di Lintano. Più avanti un grande masso staccatosi dalle pareti sovrastanti, ostruisce la cava lasciando un piccolo passaggio laterale. Più avanti, la cava si biforca: sulla sinistra la chiesa rupestre di Santa Maria della Cava il più antico e meglio conservato monumento della Cava. AI centro in alto a dominare la valle il complesso della Forza, a ntica fortificazione aragonese. A destra per una carrata si attraversano le rovine dell'antico abitato di Ispica tra grotte e torrioni, poi per delle scale si arriva in paese. Percorso tracciato su I.G.M. Modica - Cava D'Ispica.